
In Italia, sette giovani su dieci fanno uso di alcol, con percentuali ancora più allarmanti in Sicilia, dove il fenomeno assume contorni preoccupanti. È quanto emerso durante l’Alcohol Prevention Day, tenutosi a Roma nell’Aula Pocchiari dell’Istituto Superiore di Sanità, alla presenza del presidente dell’Ordine dei Medici di Roma, Antonio Magi.
«Questo convegno rappresenta un momento cruciale – ha affermato Magi – perché oggi la vera sostenibilità del Servizio sanitario nazionale passa dalla prevenzione. Agire sugli stili di vita, soprattutto dei giovani, significa ridurre in futuro la spesa legata a patologie come tumori e malattie cardiovascolari causate anche dal consumo di alcol».
Un dato su tutti allarma: il 70% dei giovani italiani fa uso di bevande alcoliche, spesso già in età preadolescenziale. E la Sicilia, secondo i dati più recenti, si conferma tra le regioni con i livelli più elevati di consumo a rischio.
Focus Sicilia: numeri allarmanti tra gli adolescenti
Il consumo a rischio tra i giovani siciliani tra i 18 e i 24 anni è particolarmente marcato, con punte che oscillano tra il 3% di Agrigento e Caltanissetta e il 18% a Trapani. Ma a preoccupare di più è la diffusione del consumo già in età infantile: il 4% degli undicenni consuma alcol quotidianamente, percentuale che sale all’8% tra i quindicenni.
Il fenomeno del binge drinking – ovvero l’assunzione di sei o più bicchieri in un’unica occasione – è in costante crescita: tra i quindicenni maschi sfiora il 40%, mentre tra le coetanee femmine supera il 20%, avvicinandosi pericolosamente ai livelli maschili.
In totale, il 31% degli studenti siciliani consuma da tre a cinque drink durante le uscite sociali, confermando una tendenza all’abuso che travolge anche i minorenni. Un dato inquietante, se si considera che la Sicilia presenta una quota di giovani tossicodipendenti superiore alla media nazionale, con una correlazione crescente tra alcol e altre sostanze.
L’impegno dell’Ordine dei Medici
L’Ordine dei Medici di Roma, attraverso la Commissione per le Dipendenze, è attivamente coinvolto nella lotta a tutte le forme di dipendenza, dal fumo alla cannabis, fino all’alcol. «Lavoriamo fianco a fianco con il Ministero della Salute e la Presidenza del Consiglio – ha spiegato Magi – per raggiungere i giovani anche attraverso la scuola e renderli consapevoli dei rischi concreti».
Al centro delle attività anche la formazione dei medici. Alfredo Cuffari, medico di medicina generale e membro del gruppo di lavoro per la prevenzione dei danni da alcol nei giovani, ha sottolineato: «Non esiste un consumo sicuro. Il solo modo per azzerare i rischi è non bere. Serve superare antichi retaggi culturali e arricchire le competenze dei sanitari su questo tema».
A tal proposito, l’Ordine distribuirà un questionario a tutti i medici iscritti per sondare opinioni, conoscenze e attitudini in merito ai disturbi da uso di alcol. Una nuova indagine che aggiorna un’iniziativa analoga di dieci anni fa e che punta a misurare i progressi – o le lacune – della categoria nella consapevolezza del problema.