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Verso una salute mentale di comunità. A Catania il nuovo modello di riabilitazione punta su co-housing e perc

2025-05-17 06:00

Redazione

terza,

Verso una salute mentale di comunità. A Catania il nuovo modello di riabilitazione punta su co-housing e percorsi di inclusione

Alla base del progetto un modello di welfare comunitario personalizzato, fondato sulla cooperazione tra istituzioni pubbliche e realtà del Terzo Settore.

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Costruire una rete di inclusione sociale e di cittadinanza attiva per persone con disturbi psichiatrici autrici di reato. È questa la sfida al centro del progetto “Potenziamento dei DSM della Regione Sicilia: reti di cura e
percorsi innovativi per i pazienti autori di reato”, presentato oggi presso la sede della Cooperativa sociale “La Libellula”.


Promosso dal Dipartimento di Salute Mentale (DSM) dell’Asp di Catania e co-
finanziato dall’Assessorato regionale alla Salute, il progetto mira a sviluppare percorsi terapeutici personalizzati e alternativi alle misure di sicurezza detentive previste nelle REMS (Residenze per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) e nelle CTA (Comunità Terapeutiche Assistite), attraverso l’attivazione di co-housing riabilitativi e strumenti di capacitazione.


«Quello che presentiamo oggi è il risultato di un lavoro di alto profilo organizzativo, scientifico e professionale - ha dichiarato il direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganga Senzio -. Un traguardo reso possibile grazie alla sinergia con la Magistratura di Sorveglianza, l’Ufficio distrettuale di esecuzione penale esterna di Catania e i partner del Terzo Settore. Si tratta di un modello innovativo, che realizziamo per primi in Sicilia, ispirato ai principi della sussidiarietà e dell’inclusione sociale».


Alla base del progetto vi è un modello di welfare comunitario personalizzato, fondato sulla cooperazione tra istituzioni pubbliche e realtà del Terzo Settore, attraverso percorsi strutturati di co-programmazione e co-progettazione formalizzati da protocolli d’intesa con il Sistema Giudiziario.


«Portiamo a compimento un progetto ambizioso, che ha scelto come punto di partenza un luogo simbolico: una casa - ha affermato Carmelo Florio, direttore del DSM -. È in questi contesti che, grazie alla collaborazione tra istituzioni, operatori, comunità e famiglie, possiamo costruire percorsi autentici di reinserimento sociale, restituendo alle persone la possibilità di ricostruire relazioni, autonomia e senso di appartenenza. I risultati finora ottenuti ci incoraggiano a proseguire su questa strada, affrontando con determinazione le sfide poste dall’innovazione e dal cambiamento culturale».


Ad aprire i lavori è stata Stefania Ridolfo, presidente della Cooperativa sociale “La Libellula”. Il progetto è stato illustrato da Roberto Ortoleva, direttore dell’UOC Coordinamento e Controllo CTA e responsabile scientifico del progetto. Intervenuti per l’occasione, Luca Rossomandi, presidente del Tribunale di Sorveglianza di Catania; Maria Pia Fontana, direttrice dell’UDEPE di Catania; Giuseppe Scibilia, direttore f.f. del modulo DSM Gravina di Catania; Mario Zappia, direttore generale dell’Asp di Enna.


«Il cuore del progetto è la reintegrazione sociale delle persone con disturbi psichiatrici autrici di reato - ha spiegato Ortoleva -. Puntiamo sul valore dei capitali di capacitazione e sulla forza della rete per sostenere percorsi di recupero e ridurre il rischio di recidiva. L’obiettivo è superare la logica detentiva e custodiale di REMS e CTA, restituendo ai pazienti contesti di vita aperti, relazionali e accoglienti, dove possano riscoprire un proprio progetto esistenziale».


Presenti inoltre i componenti del gruppo di progetto DSM: Helga Foti, dirigente medico psichiatra, project leader e case manager; Salvatore Aprile, dirigente medico psichiatra responsabile UOSD REMS; Manuela Musciumara, dirigente psicologa, referente Area Valutazione e Assessment; Fabiola Chiarenza, coordinatrice dei Tecnici della riabilitazione psichiatrica, referente Area Riabilitazione.
 

Nell’ambito delle attività progettuali sono in fase di attivazione 20 capitali di
capacitazione in 5 strutture di co-housing, su tutto il territorio provinciale. Le strutture operative sono le seguenti:
 Bronte: co-housing maschile, con le cooperative “Dott. L. Zappia” e
“Fareretetnea” - coordinatore Giovanni Blanco
 Caltagirone: co-housing misto, gestito da “Zeno Saltini” e “Insieme” -
coordinatrice Jessica Montemagno
 Giarre: co-housing per utenti uomini, gestito da “Iride” e “I Girasoli” -
coordinatrice Naomi Puglia
- San Giovanni La Punta: co-housing per utenti donne, a cura delle cooperative
sociali “La Libellula”, “Solidarietà che Passione” e “Fenice” - coordinatrice
Veronica Tuccillo
- Viagrande: co-housing per utenti uomini, con le cooperative “Mosaico” e
“Controvento” – Coordinatrice Oriana Gagliano.


Il progetto è sostenuto da un percorso formativo in corso, articolato in tre edizioni, coordinato dall’Accademia Eraclitea e dal Consorzio Sol.Co., che ha già coinvolto circa 120 operatori dei settori Salute Mentale e Giustizia.


Grazie al co-finanziamento regionale, il progetto, avviato nel 2024, sarà prorogato per ulteriori 24 mesi, garantendo la continuità terapeutica attraverso la definizione di Progetti Terapeutici Individualizzati (PTI) e l’impiego dei budget di salute.

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