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Un sisma simulato, territori messi alla prova e una risposta sanitaria pronta e coordinata: l’Asp di Catania ha testato con successo il proprio Piano di Emergenza Veterinaria per scenari non epidemici nell’ambito dell’esercitazione intercomunale di protezione civile “Polifemo 2025”, organizzata dal Comune di Aci Catena, con il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri di Catania, svoltasi dal 30 maggio all’1 giugno nei Comuni di Aci Catena, Aci Bonaccorsi e Aci Sant’Antonio.
L’operazione ha interessato un’area di oltre 24.000 km² e circa 48.200 abitanti, con l’ipotesi di un terremoto di intensità VI–VII della scala Mercalli e epicentro ad Aci Catena, località storicamente colpita da un evento reale nel 1818.
«La nostra priorità è proteggere le persone e il sistema agroalimentare anche in contesti critici. Interveniamo con prontezza ovunque ci sia bisogno di assistenza veterinaria, mettendo in campo risorse e competenze consolidate», ha dichiarato il direttore generale dell’Asp di Catania, Giuseppe Laganga Senzio.
Il Dipartimento di Prevenzione Veterinaria, diretto da Emanuele Farruggia, ha collaudato ogni fase del Piano operativo, dalla mappatura delle strutture zootecniche (allevamenti, mangimifici, macelli, canili, depositi) fino al censimento delle risorse umane e logistiche: veterinari, tecnici, mezzi per il trasporto di animali, attrezzature per la disinfezione e dispositivi di cattura.
Tre gli obiettivi principali dell’intervento veterinario:
1. difesa della salute umana: i veterinari hanno simulato la profilassi contro zoonosi nei campi di accoglienza, il controllo degli animali randagi o dispersi e l’eliminazione tempestiva di carcasse e derrate non idonee. Hanno coordinato la disinfezione di stalle, mattatoi e depositi alimentari, prevenendo possibili rischi infettivi o tossici.
2. approvvigionamento alimentare: è stata predisposta la riorganizzazione di macelli, caseifici e centrali del latte per garantire alla popolazione cibo sicuro. Sono state simulate operazioni di macellazione controllata di animali feriti o residui zootecnici, conservazione dei prodotti freschi e distribuzione delle derrate alimentari.
3. salvaguardia del patrimonio zootecnico e benessere animale: i veterinari hanno effettuato il censimento e il ricovero temporaneo di animali da reddito scampati alla calamità, somministrato farmaci, sieri e vaccini, condotto interventi chirurgici o ostetrici quando necessari. Hanno inoltre pianificato campagne vaccinali straordinarie, stimato i danni per eventuali risarcimenti agli allevatori e verificato le condizioni di benessere di animali vaganti o feriti, prevedendo percorsi di accoglienza presso strutture pubbliche o convenzionate.
La simulazione ha incluso anche il monitoraggio di lungo periodo per malattie zoonotiche (brucellosi, tubercolosi, echinococcosi), con attivazione di sinergie tra i veterinari e i servizi medici territoriali. Particolare attenzione è stata rivolta anche alla catena del freddo per garantire l’approvvigionamento alimentare in emergenza.
«Il Dipartimento lavora ogni giorno per assicurare una risposta rapida e integrata: dalla ricognizione delle risorse sul territorio all’assistenza diretta agli animali, il nostro obiettivo è minimizzare ogni conseguenza negativa per la popolazione e il tessuto produttivo» ha spiegato Farruggia.
L’Asp di Catania conferma così il proprio ruolo di riferimento nella gestione delle emergenze veterinarie non epidemiche, grazie a un approccio multidisciplinare, dinamico e fortemente ancorato al territorio, e integrato tra Istituzioni sanitarie, civili e di protezione civile.
Solo attraverso l’armonizzazione di risorse, competenze e procedure è possibile garantire tempestività negli interventi, tutela della salute pubblica e salvaguardia del benessere animale anche in situazioni di emergenza non epidemica.
Hanno preso parte all’esercitazione Marcello Grasso, dirigente veterinario responsabile UOS Veterinaria Acireale, con Massimo Bianchi (dirigente veterinario) e Agatino Bonaccorsi (dirigente medico), contribuendo a testare protocolli, ottimizzare procedure operative e rafforzare la collaborazione interistituzionale.