
La Regione Sicilia, lo abbiamo già anticipato in altro articolo, ha recentemente ottenuto un finanziamento di 22 milioni di euro nell'ambito del riparto ministeriale per i residui di telemedicina. L'obiettivo è quello di acquistare tecnologie e servizi che consentano un potenziamento delle Case di Comunità, favorendo un'integrazione tra ospedali e territorio.
Tuttavia, la vera domanda è: siamo pronti a impiegare la telemedicina in modo efficace?
Il Ruolo della Telemedicina e le Sfide della Digitalizzazione Sanitaria
La telemedicina, senza adeguati modelli di cura e assistenza, rischia di perdere gran parte della sua efficacia.
Pensare che questa tecnologia possa risolvere da sola i problemi della sanità è un errore: senza una strategia integrata, la sua implementazione resta limitata e disorganica.
La delibera 116 del 2018 aveva tracciato un piano strategico di sanità digitale che si era concretizzato in un piano attuativo che prevedeva, in maniera organica, una serie di interventi con l’obiettivo di portare la Sicilia a confrontarsi con le regioni d’Italia più virtuose e con i sistemi internazionali di digital health di riferimento nei benchmark.
Questo piano attuativo ha portato all’avvio diversi progetti che mostrano potenzialità, ma anche evidenti lacune di coordinamento che ne vanificano l'efficacia e rischiano di rivelarsi ennesimi sprechi milionari.
Vediamone alcuni casi tra i più recenti:
Integrazione Socio Sanitaria: progetto avviato dal CEFPAS e ad oggi ancora non operativo.
Questo progetto serviva a realizzare la piattaforma abilitante Regionale della digital Healt con l’obiettivo di far inter-operare le strutture sanitarie pubbliche e private, gli operatori sanitari tra cui MMG e PLS, (cioè quelli che una volta erano più amabilmente i medici e pediatri di famiglia) e quindi gestire il governo dell’offerta sanitaria della Regione.
Inoltre, doveva rappresentare il nodo di interscambio verso il FSE 2.0 Nazionale eliminando la sussidiarietà nei confronti di Sogei.
Avrebbero anche dovuto realizzare un'unica APP SaluteSicilia al fine di rendere i pazienti parte attiva dei propri processi di cura, avendo a disposizione strumenti semplici per prenotare visite, ottenere la propria documentazione clinica in tempo reale, poter gestire le campagne di screening, controllare i propri processi di cura e tante altre funzioni in aggiornamento automatico.
Tuttavia, il progetto, se pur definito da un punto di vista tecnologico, non è stato messo in produzione.
Da quello che risulta, tra l’affidamento delle risorse economiche messe a disposizione del CEFPAS e quanto speso per il progetto, residuano oltre 10 milioni di euro che potrebbero essere impiegati più utilmente per attuare il progetto secondo i nuovi paradigmi internazionali della Digital Health, completarlo e metterlo in esercizio dando immediata contezza ai cittadini/pazienti del cambio di passo.
Progetto Sirges: Sviluppato nel periodo Covid con l’obiettivo di tenere sotto controllo, anche con sistemi di telemedicina e telemonitoraggio, i pazienti affetti da Covid.
Il progetto si basava sul concetto base della presa in carico del paziente affetto da Covid per gestirlo secondo i setting di cura appropriati. Tutto questo avrebbe permesso la corretta gestione dei pazienti affetti da Covid e il monitoraggio epidemiologico. Il principio della presa in carico centralizzata del paziente potrebbe essere una base solida per la Gestione dei pazienti cronici.
COT Interconnessione: Il progetto Interconnessione COT, in fase di realizzazione, dovrà garantire, appunto, un'interconnessione tra le COT provinciali che hanno l’obiettivo di coordinare e gestire nei tempi fissati dal ministero il cambio setting di cura nei processi Ospedale-Territorio, Territorio-Territorio, Territorio-Ospedale –Telemedicina.
Una simile visione deve prevedere una interconnessione con i sistemi COT Provinciali. Da quanto emerso durante il convegno Expo medicina dello scorso settembre a Catania, sembrerebbe che l’unico sistema di gestione COT a livello provinciale è quello dell'ASP di Trapani, tutti gli altri hanno più semplicisticamente adeguato sistemi di gestione ADI, limitandosi alla gestione delle “dimissioni facilitate e protette” senza alcuna tracciabilità del cambio setting assistenziale, così vanificando gli obiettivi di efficienza auspicati, ed anzi replicando, dandogli altro nome, proprio quelli che non funzionano
Sovracup: un sistema che dovrebbe integrarsi anche con le Case di Comunità per una gestione ottimale delle liste d'attesa.
Ma senza un'adeguata sinergia con gli altri sistemi sanitari e, soprattutto, con il governo dell’offerta pubblica e privata convenzionata, correlata alle risorse tecniche e professionali a supporto dei processi sanitari, non potrà mai esprimere il suo potenziale.
SID: “Sistema informativo Direzionale”, in fase di aggiudicazione.
Attualmente, poiché il Fascicolo Sanitario è gestito in sussidiarietà e la piattaforma abilitante non è operativa, l'analisi dei dati avviene solo a posteriori, utilizzando i flussi regionali. Questo significa che non è possibile effettuare un monitoraggio in tempo reale dei fenomeni clinico-sanitari, limitando così la capacità di controllo immediato.
Tutti questi progetti viaggiano quindi per i fatti loro, in maniera totalmente disorganica, sembrano avere il solo scopo di spendere comunque le risorse che vengono messe a disposizione, senza badare ai veri obiettivi da raggiungere, che non sono riempire uffici e ambulatori di apparecchiature e software di vario tipo e funzioni, ma piuttosto innovare radicalmente i modelli di diagnosi, assistenza e cura.
Nell'interesse ed al servizio degli operatori sanitari e dei pazienti: almeno così dovrebbe essere.
La Telemedicina come Opportunità di Innovazione e Integrazione
La telemedicina ha invece davvero il potenziale per abbattere le distanze tra pazienti e sanitari, permettendo visite, consulti e monitoraggio da remoto. Ciò significa minori spostamenti per i pazienti e una maggiore efficienza nell'allocazione delle risorse sanitarie. Tuttavia, senza un'integrazione nei processi clinici e assistenziali e senza i dati di clinici dei pazienti, il rischio è di limitarsi a un'adozione tecnologica superficiale.
Per esempio, l'acquisto di software di gestione delle cartelle cliniche con i fondi PNRR dedicati ai DEA di I e II livello, senza criteri chiari di interoperabilità e persistenza del dato clinico da mettere a disposizione degli operatori impegnati in diagnosi e cura con l'utilizzo della telemedicina, ha portato alla creazione di sistemi informativi che non dialogano con le piattaforme regionali per la condivisione dei dati. Ciò impedisce una gestione efficace del paziente e riduce l'impatto positivo della digitalizzazione nei processi clinici in telemedicina.
La Necessità di una Cabina di Regia Multidisciplinare
Attualmente, la Regione Sicilia ha stanziato 37 milioni di euro nel piano triennale di transizione digitale, che si aggiungono ai 22 milioni di telemedicina e ai residui del CEFPAS, per un totale di circa 70 milioni di euro.
Tuttavia, senza una governance adeguata, anche nel rispetto dei progetti in essere, il rischio è che i progetti e vengano gestiti da esperti tecnologici senza una visione sanitaria integrata e con duplicazione di spesa.
Le piattaforme di sanità digitale approvati nel piano di transizione digitale prevedono:
Connect Care: L'intervento mira alla trasformazione digitale delle attività legate al trattamento delle cronicità e alla continuità delle cure, promuovendo la condivisione dei dati, l'implementazione della cartella clinica sociosanitaria e la creazione di Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PDTA). L'obiettivo è di creare un sistema integrato e paziente-centrico, superando l'attuale frammentazione dell'assistenza sanitaria. Si mira a garantire servizi universalmente accessibili, integrati e centrati sulla persona, promuovendo la collaborazione tra equipe multiprofessionali, pazienti, caregiver e famiglie, al fine di assicurare una cura coordinata e continua in tutti i livelli assistenziali previsti.
Come si può pensare ad una piattaforma di connect care senza tenere conto del progetto di integrazione socio - sanitaria e del FSE 2.0?
Come si fa a creare una piattaforma di connect care, che per sua natura deve integrare i dati clinici provenienti dai sistemi di gestione clinica (diagnostica, cartelle cliniche elettroniche di reparto, di MMG e di PLS) quando ancora non si avviato un sistema centralizzato di persistenza del dato clinico?
Ed ancora, si è preoccupato qualcuno di imporre standard sui sistemi clinici tali per cui i dati inseriti nei sistemi diventino informazione clinica per gli operatori?
Clinical Decision Support System: l'intevento mira a migliorare la qualità delle cure attraverso la collaborazione e l'elaborazione delle informazioni cliniche, riducendo il rischio farmacologico ed evitando terapie inutili o dannose. Si prevede di normalizzare e condividere le informazioni cliniche mantenendo la semantica, utilizzando modelli di assistenza e best practices. L'obiettivo è ottimizzare i processi di cura per patologia, basandosi su protocolli terapeutici, linee guida, trend innovativi Evidence Based Medicine, per massimizzare l'efficacia delle cure e minimizzare lo spreco di risorse consentendo alla Regione di identificare gli attori chiave per ottimizzare la strategia e gli investimenti.
Il sistema dovrebbe fornire informazioni utili per le cure utilizzando tecniche di collaborazione ed elaborazione delle informazioni cliniche.
Anche in questo caso senza una piattaforma abilitante che permette il governo dei dati e dei processi clinico assistenziali anche in ottica DM 77, come si può pensare di realizzare un valido Sistema di Supporto alle Decisioni Cliniche, detto anche CDSS.
Digitalizzazione della prescrizione farmacologica: L’intervento mira a implementare una piattaforma WEB-based per la prescrizione e il monitoraggio delle terapie, con l'obiettivo di minimizzare i costi di integrazione e facilitare la migrazione futura in cloud. Le macro-attività includono l'individuazione di un operatore economico per lo sviluppo della piattaforma, l'implementazione della stessa con autenticazione tramite SPID/CIE e la possibilità di produrre documenti digitali firmati dai medici. La piattaforma sarà alimentata con dati dalla ANA regionale unica e sarà dotata di un cruscotto di monitoraggio e controllo basato su indicatori standard.
Ma di quale prescrizione farmacologica si parla?
Prescrizione farmacologica in regime di ricovero?
Prescrizione farmacologica su ricetta dematerializzata?
E di più: non si parla nemmeno di appropriatezza prescrittiva
Anche in questo caso si parla di titoli tecnologici senza un piano reale di digital Health
L'assenza di una cabina di regia composta da medici, infermieri, informatici e tecnologi sanitari è quindi uno dei problemi principali. Questa mancanza può portare a decisioni tecnologiche non coerenti con le reali necessità cliniche, sprecando risorse preziose.
Nella Digital Health la tecnologia deve essere a supporto della sanità, non viceversa.
Un Cambio di Paradigma per una Sanità Digitale Efficace
Per sfruttare appieno le potenzialità della telemedicina, è necessario un cambio di paradigma:
piuttosto che digitalizzare semplicemente i processi esistenti, bisogna ripensare i modelli di cura e assistenziali. Solo così si potrà realizzare una vera integrazione ospedale-territorio e garantire che la telemedicina diventi un valore aggiunto concreto per il sistema sanitario siciliano.
Investire nella digitalizzazione senza una strategia chiara significa perdere un'opportunità storica. La Sicilia ha i fondi e le risorse per rivoluzionare il proprio modello sanitario: la sfida è trasformare questi strumenti in un sistema efficace, efficiente e veramente utile per cittadini e professionisti della salute.
Una sfida che non può essere persa e l'Opinione Pubblica deve farsi parte diligente nel monitorare lo sviluppo di queste dinamiche facendo comprendere ai decisori che non passeranno sotto silenzio le troppe inadeguatezze e superficialità già subite sinora e che diventano veri e propri crimini contro la comunità.