
Diabete e Pronto Soccorso: Un'Emersione dell'Emergenza
In Italia, sono circa 3,5 milioni le persone affette da diabete, e una su sei viene ricoverata almeno una volta all'anno.
Spesso, questi pazienti restano in osservazione nei pronto soccorso per periodi fino a 36 ore.
Questo dato, emerso da una recente indagine, evidenzia il peso significativo delle complicanze diabetiche sul sistema sanitario italiano.
Tra le principali cause, spiccano una gestione inadeguata della terapia farmacologica, un monitoraggio insufficiente della glicemia e una scarsa aderenza terapeutica.
A queste problematiche si aggiunge una limitata diffusione di modelli di medicina preventiva e proattiva, che aggravano ulteriormente i costi per il Servizio Sanitario Nazionale (SSN).
Un Dialogue Meeting per Definire Nuove Soluzioni
Per rispondere a queste criticità, la rivista Italian Health Policy Brief (IHPB) ha organizzato un Dialogue Meeting presso l'Istituto Sturzo di Roma.
L’evento, promosso dall'Intergruppo Parlamentare Diabete, Obesità e Stili di Vita, ha coinvolto esperti scientifici e associazioni di pazienti con l'obiettivo di elaborare un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA) dedicato alla gestione del diabete nei pronto soccorso.
Il documento-proposta elaborato durante l'incontro rappresenta una guida per interventi futuri, puntando a migliorare la continuità assistenziale tra ospedale e territorio e a sfruttare al meglio l'innovazione tecnologica per una gestione più efficace.
Tra i protagonisti dell'iniziativa, spicca il contributo del dottor Federico Serra, Capo della segreteria tecnica dell’Intergruppo Parlamentare Obesità e Diabete.
Serra ha sottolineato l'importanza di una presa in carico organica dei pazienti cronici sul territorio, elemento essenziale per ridurre la pressione sui pronto soccorso.
“Rafforzare la gestione territoriale del paziente cronico e diabetico è cruciale per alleggerire il carico delle strutture di emergenza, consentendo agli operatori di lavorare in condizioni meno stressanti,” ha dichiarato Serra. Inoltre, ha evidenziato come nelle aree interne e marginali l'accesso ai pronto soccorso sia particolarmente difficile, rendendo l'innovazione tecnologica un supporto indispensabile per prevenire episodi acuti.
Le Raccomandazioni del Nuovo PDTA
Il documento elaborato dal comitato scientifico raccomanda:
- Formazione del personale sanitario ospedaliero e territoriale per una gestione ottimale del diabete.
- Un’azione informativa sistematica rivolta ai pazienti e ai caregiver.
- L’utilizzo diffuso di dispositivi per il monitoraggio continuo della glicemia, fondamentali per migliorare l'aderenza terapeutica.
- Una reale integrazione dei dati clinici, disponibile per tutti gli operatori sanitari coinvolti nella cura del paziente diabetico.
Secondo la professoressa Paola Pisanti, coordinatrice del comitato, “Un nuovo PDTA deve garantire continuità assistenziale e promuovere la consapevolezza della malattia, favorendo l’utilizzo di tecnologie innovative per la gestione della glicemia.”
Il Pronto Soccorso Come Nodo Strategico
Il pronto soccorso rappresenta un punto nevralgico nella gestione del diabete, fornendo dati utili per valutare:
- La frequenza degli accessi causati da complicanze come il piede diabetico.
- Il livello di aggiornamento dei medici di base e la loro capacità di coinvolgere i pazienti.
- L'uso dei dispositivi di monitoraggio continuo della glicemia.
Un Appello a una Sanità di Iniziativa
Durante il suo intervento, il professor Andrea Lenzi, presidente del Comitato di Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio, ha sottolineato l'importanza di una sanità di iniziativa. “Con una spesa sanitaria annua di circa 10 miliardi di euro per il diabete, è essenziale passare da una logica di attesa a una logica di prevenzione e formazione per pazienti e caregiver,” ha affermato.
L'elaborazione di un nuovo PDTA specifico per la gestione del diabete nei pronto soccorso rappresenta una svolta fondamentale per affrontare l'emergenza sanitaria.
Con questi accorgimenti è possibile immaginare un futuro in cui la gestione del diabete sia più efficiente, riducendo i costi per il SSN e migliorando la qualità della vita dei pazienti.