
Confintesa e il Krav Maga: quando il pronto soccorso diventa un dojo
Non è dato sapere se l'iniziativa promossa dal sindacato Confintesa Sanità Sicilia sia una provocazione o ci credono davvero.
Fatto sta che è arrivato questo comunicato, pubblicato anche sul sito dell'organizzazione:

Allegate al comunicato anche alcune foto dell'evento:



Vabbè.
Quindi, mentre la sanità pubblica affonda sotto il peso di liste d'attesa interminabili, reparti sovraffollati e personale sanitario allo stremo, Confintesa avrebbe finalmente trovato la soluzione definitiva per contrastare le aggressioni nei pronto soccorso siciliani: corsi di autodifesa.
Sì, proprio così.
Chi ha bisogno di infermieri e medici adeguatamente protetti da leggi e risorse, quando possono imparare il Krav Maga per risolvere il problema con un colpo ben assestato?
La prima lezione si è tenuta sabato presso l’Hotel Astoria Palace di Palermo.
Un evento che ha visto il personale sanitario cimentarsi in tecniche di autodifesa per “minimizzare i danni causati da un’aggressione senza recare danno all’aggressore”.
Insomma, una sorta di danza acrobatica tra il dottore e l'aggressore, dove il primo deve evitare il pugno e contemporaneamente offrirsi per prendere le generalità del secondo con un sorriso zen.
Guidati dal Dr. Alessio Minadeo, dirigente sindacale e istruttore di Krav Maga (perché naturalmente la difesa personale è la base di ogni contratto sindacale che si rispetti), e dal Maestro Nazionale Ivan Melis, i partecipanti hanno potuto apprendere tecniche avanzate che vanno dal "Blocco della Flebo Volante" al celeberrimo "Scudo con il Cartellino dei Pazienti".
Il tutto sotto lo sguardo benevolo del Segretario Generale di Confintesa, il Dr. Francesco Prudenzano, nomen omen, che è stato presente per assicurarsi che nessuno si facesse male... almeno durante il corso.
“Siamo soddisfatti di questa iniziativa”, dichiarano il Dr. Domenico Amato e il Dr. Antonio Russo.
E come dar loro torto?
Chi non lo sarebbe nel vedere un medico di guardia armarsi non di stetoscopio e competenza, ma di tecniche di autodifesa che farebbero invidia a Bruce Lee?
Se non altro, il prossimo paziente potrebbe essere accolto con un cortese “Prego, si accomodi, ma mi tenga d'occhio la guardia sinistra”.
A fine giornata, un certificato di partecipazione attesterà che, oltre a sapere come intubare un paziente, sempre sperando che le varie università siciliane riescano ancora ad insegnarlo, il personale sanitario saprà anche sferrare un calcio rotante in caso di emergenza.
Perché si sa, la vera priorità in Sicilia non è tanto migliorare la sicurezza nei pronto soccorso o garantire adeguate condizioni di lavoro, ma insegnare ai medici come evitare un pugno senza offendere troppo chi lo sferra.
Certo, è facile ironizzare, ma dietro questa iniziativa si cela una triste verità: il sistema sanitario è lasciato solo, costretto a difendersi con le unghie, i denti e, ora, con qualche mossa di Krav Maga.
Alla prossima aggressione, il medico non potrà fare affidamento su un posto di polizia, magari su una guardia giurata o su interventi legislativi concreti, ma su un corso intensivo di autodifesa.
E magari, mentre blocca un pugno al volo, potrà anche riflettere sul significato profondo del giuramento di Ippocrate: “Primum non nocere”, che, tradotto in salsa Confintesa, diventa: “Primum non reagire troppo forte, che sennò ti denunciano”.