
Il Collegio dei Reumatologi Italiani (CReI) ha recentemente partecipato a un’audizione presso la Commissione Affari Sociali e Sanità del Senato per discutere i Disegni di Legge (DDL 246, 400, 485, 546, 594, 601, 603, 946, 1023) volti al riconoscimento ufficiale della fibromialgia come malattia invalidante.
Il dottor Crescenzio Bentivenga, Coordinatore Esecutivo del CReI, ha presentato un quadro dettagliato di questa patologia, evidenziando l’urgenza di una presa in carico adeguata e di misure concrete per supportare i pazienti affetti.
Fibromialgia: una patologia invalidante nella quotidianità
La fibromialgia è una patologia cronica caratterizzata principalmente da dolore diffuso e persistente in tutto il corpo, accompagnato da una varietà di sintomi quali affaticamento, disturbo del sonno, rigidità muscolare, problemi cognitivi (spesso descritti come “fibro-fog”) e ipersensibilità al dolore.
Sebbene non riduca l'aspettativa di vita, ha un impatto significativo sulla qualità della vita dei pazienti, compromettendo la loro capacità di lavorare, mantenere le relazioni sociali e svolgere le attività quotidiane.
È considerata una condizione complessa, influenzata da fattori neurologici, psicologici e muscoloscheletrici, e richiede un approccio terapeutico integrato che coinvolge diversi specialisti, tra cui reumatologi, psicologi e fisioterapisti.
La fibromialgia non ha una causa specifica identificata e la sua diagnosi è spesso difficile, essendo basata su criteri clinici e sull'esclusione di altre patologie.
Nel contesto citato, il dottor Bentivenga sottolinea come il dolore, sintomo principale della malattia, condizioni pesantemente la vita quotidiana, con ripercussioni sulla salute fisica, mentale e sociale.
L'intervento del CReI punta al riconoscimento ufficiale della fibromialgia come patologia invalidante per garantire un miglior accesso a cure e trattamenti specifici.
“Il dolore è il sintomo cardine della fibromialgia e condiziona in modo drammatico la vita quotidiana dei pazienti,” ha dichiarato Bentivenga.
Pur non incidendo sull’aspettativa di vita, il dolore persistente compromette gravemente la qualità della vita, influenzando la salute generale, le relazioni sociali e l’attività lavorativa.
Il Coordinatore del CReI ha sottolineato che la gestione della fibromialgia richiede un approccio multimodale: il reumatologo, figura centrale nella diagnosi e nella cura, si avvale del supporto di psicologi, fisioterapisti e nutrizionisti per affrontare le molteplici sfaccettature della malattia.
Le proposte del CReI alla Commissione
Bentivenga ha avanzato diverse proposte concrete durante l’audizione:
Riconoscimento Ufficiale della Patologia
La fibromialgia dovrebbe essere riconosciuta come malattia invalidante, prevedendo esenzioni dalla partecipazione alla spesa sanitaria per i pazienti.
Potenziamento delle Risorse Specialistiche
I reumatologi devono essere supportati da specialisti in ambito psicologico, neurologico e nutrizionale, oltre che da strutture termali e sportive convenzionate, dove i pazienti possano svolgere attività terapeutiche fondamentali per il miglioramento della cenestesi.
Creazione di Ambulatori Specializzati
Ambulatori dedicati ai casi più complessi potrebbero migliorare la diagnosi e il trattamento, riducendo accessi e ospedalizzazioni inappropriate.
Verso un riconoscimento della fibromialgia
“È indispensabile garantire una presa in carico globale dei pazienti fibromialgici, riconoscendo il ruolo centrale del reumatologo nella gestione di questa patologia complessa,” ha concluso Bentivenga.
Il CReI auspica che l’intervento istituzionale possa tradursi in un miglioramento significativo delle condizioni di vita dei pazienti, assicurando loro un accesso equo alle cure e ai trattamenti necessari.